Eccoci, alla fine. Undici maggio duemiladiciannove. Scritto in lettere sembra lunghissimo, un po’ come lunga e trepidante è stata l’attesa per questo Trofeo, 41^ Trofeo Città di Treviso.
Perché quest’anno la società ha permesso anche a noi, i #micronani dell’under 6, di provare a partecipare a una “due giorni rugbistica” lontano dalla solita cerchia battuta durante l’anno.
Ma, in realtà, alle 7.50 siamo già tutti alla Ghirada. Nessun quarto d’ora accademico e nessun ritardatario. Anzi, a sentire i commenti dei genitori, i piccoli atleti erano tutti belli vispi prima delle sveglie, carichi come molle, pieni di aspettative, di emozione, di curiosità, entusiasti come solo i bimbi sanno essere.
Alessandro, Daniele, Diego, Francesco, Gabriele, Gioele, Giorgio, Jacopo, Josué, Martino, Michelangelo, Orlando, Oscar e Paolo: siamo qui per voi, non vi faremo mancare il nostro supporto!
Nella prima giornata il ‘Rugby Monza A’ incontra Mogliano, Cittadella, Villorba, Livorno, Valdobbiadene, Lupus e Casier, mentre il ‘Rugby Monza B’ incontra il Lainate, Pontedera Bellaria, Paese Rubby Junior, Piazzola Rugby, Benetton, Prato: tutte squadre forti, che ci danno del filo da torcere. I #microbagai ce la mettono tutta, ma proprio tutta: placcaggi, mete, mischie e anche passaggi.
Noi genitori abbiamo perso ogni possibile riserva e gridiamo come pazzi, i papà agguerritissimi, le mamme non sono da meno: incitiamo i nostri piccoli, ci arrabbiamo per quelle che ci sembrano occasioni mancate, ma cerchiamo di ricordarci noi per primi che questo è un gioco, un bellissimo gioco e che tutti i bimbi in campo sono qui per divertirsi. Siamo stati noi genitori a portarli fin qui nella speranza che vivano un’esperienza felice, formativa, di valore, e i piccoli ci dimostrano ancora una volta quanto sanno essere “grandi” quando si tratta di sostenere i compagni, aiutarsi a vicenda, mantenere alto l’entusiasmo anche dopo tante partite, quando la stanchezza si fa sentire.
I primi squilli arrivano alle 6.00. Poi messaggi a raffica:
Noi genitori come sempre rimaniamo stupiti dall’energia, dalla grinta e della forza che i nostri piccoli riescono a tirare fuori in queste occasioni. Ci sentiamo un po’ in colpa nel farli correre sotto la pioggia battente, e ci si stringe un po’ il cuore quando li vediamo bagnati fradici fin nelle mutande… che razza di genitore sono? Si chiede qualcuno. Però, poi, vedi il tuo bambino che corre nel fango, i capelli appiccicati alla testa, che cerca la palla, placca, aiuta il compagno e che, soprattutto, sorride, e allora il cuore ti diventa leggero e continui a fare il tifo, incurante anche tu dei piedi fradici che ormai ti ritrovi.
Stanchi ma felici.
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